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Enzo Tiezzi - Arte e natura - Sacro e Sorriso. Natura e Mercati fra Gange e Chichicastenango

Enzo Tiezzi - Arte e natura - Sacro e Sorriso. Natura e Mercati fra Gange e Chichicastenango

dal 28 maggio al 16 giugno 2007
Enzo Tiezzi - Arte e natura - Sacro e Sorriso. Natura e Mercati fra Gange e Chichicastenango Enzo Tiezzi - Arte e natura - Sacro e Sorriso. Natura e Mercati fra Gange e Chichicastenango Enzo Tiezzi - Arte e natura - Sacro e Sorriso. Natura e Mercati fra Gange e Chichicastenango

Se Lévi-Strauss ha scritto in “Tristi tropici” che l’etnologia è la scienza del rimorso, recuperiamo le sparse vestigia di tutto quello che abbiamo contribuito a distruggere, ci sembra sia un logico corollario passare, dal rimorso per il mal fatto, alla nostalgia per quello che si è perduto e, infine, al desiderio di conservarne la memoria sia pure in fotografia. È quello che Enzo Tiezzi sembra volerci proporre in questa mostra fotografica che costituisce, per dir così, il diario di bordo del suo viaggio ai confini di quello che si considera il mondo civile. Il risultato è quello di destare in chi guarda un’emozione straordinaria, sostenuta soprattutto da una grande empatia. Non possiamo difatti evitare di riconoscerci in quelle persone che frequentano i loro variopinti mercati, nei loro abiti multicolori, che celebrano con abluzioni sacrali i loro riti, e soprattutto veniamo coinvolti dai loro meravigliosi sorrisi, sospesi tra la curiosità e l’innocenza. Quelle persone conservano una sorta di eco di un possibile paradiso perduto che, in molti casi, noi abbiamo provveduto trasformare in un inferno e, perfino, in quei leoni ruggenti, in quelle zebre a righe bianche e nere che vivono in libertà come all’alba del mondo, proiettiamo qualcosa di simile a un riconoscimento. Enzo Tiezzi è un personaggio fuori squadra. Professore universitario con tutte le carte in regola, non è restato chiuso nei recinti dei laboratori, ma ha da sempre sconfinato nel mondo, a occuparsi di epistemologia e di estetica. Le sue escursioni su quel sottile confine che separa l’arte e la scienza, dimostrano quanto la bellezza sia parte della scoperta e quanto spesso ne sia addirittura la musa ispiratrice. Su questi temi Tiezzi ha pubblicato diverse opere di grande prestigio, non ultima quella che porta la prefazione del chimico-fisico premio Nobel Prigogine. In realtà la sua vera vocazione è sempre stata quella di intervenire sul sociale. Fatalmente ambientalista, con una forte valenza filosofica, ha sempre meditato sul degrado attuale del pianeta e sulle cause che lo stanno determinando. Il suo libro più celebre ha un titolo che suona come un aforisma, “Tempi storici e tempi biologici”, in cui denuncia la discrasia temporale che esiste tra la storia e l’evoluzione, tra la cultura e la biologia. La cultura va da tempo troppo in fretta perché la nostra biologia possa stargli dietro e noi diventiamo sempre più gli schiavi di quella tecnologia che abbiamo creato per sopravvivere e che si è rivoltata contro di noi. Non c’è dubbio che questa mostra fotografica, in cui si riconosce il professionista, sia soltanto uno dei tanti modi attraverso il quale Tiezzi vuole lanciare un ammonimento agli uomini. Se la scienza impiega la bellezza per capire il mondo, gli uomini, di questa stessa bellezza, non possono farne a meno e il boscaiolo che abbatte un albero secolare o il palazzinaro che con le ruspe spiana una collina congiurano contro la nostra sopravvivenza, perché non si vive di solo pane. Dal profondo di mondi remoti le donne di Enzo Tiezzi ci sorridono, invitandoci a vivere per la gioia e non per il potere.
Giorgio Celli


da "Il Resto del Carlino" - 23 Maggio 2007 "Funghi e Batteri in Bella Mostra"

da "Swiss Money" - Maggio 2007 "Arte, Natura e Scienza a Ca' la Ghironda"

Comunicato stampa HerArte - 23 Maggio 2007 "Scuole in Arte Musica e Rifiuti"

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