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Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte

Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte

dal 28 maggio al 16 giugno 2007
Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte Eshel Ben-Jacob - Arte e natura - La Scienza dietro l’Arte

Alla fine dell’Ottocento, il grande darwinista tedesco Ernest Haeckel, reduce da una spedizione oceanografica, pubblicò un libro, “Forme d’arte in Natura”, in cui esibiva in splendide tavole divenute memorabili, le mille forme dei Radiolari, protozoi marini microscopici raccolti sui fondali, i cui scheletri di silicio sono delle sculture in miniatura di fattura mirabile e di una egualmente mirabile diversità. Haeckel voleva così indicare agli artisti dei nuovi paesaggi che stavano al di là dei paesaggi, prati e colline, destinati all’occhio fisiologico, per invitarli a lasciare la loro rappresentazione, ormai fatta e rifatta, per cogliere e descrivere le meraviglie di quel mondo, reale quanto l’altro, che sta tutto intorno a noi e che la tecnologia degli strumenti ottici ha definitivamente svelato, offrendoci nuove possibilità di rispecchiamento e di elaborazione pittorica. Una mia tesi, esposta nel catalogo della Biennale del 1986, era che questa sollecitazione non è stata inutile, perché la ritroviamo all’origine (insieme ad altre si capisce!) dell’avvento della pittura astratta prima e informale dopo. Perché, nel Novecento, l’immagine scientifica non solo è risultata spesso paragonabile a quella estetica, ma in taluni casi addirittura fungibile. L’immagine microscopica, per dir così, superfeta bellezza, e come tale esce dai laboratori di biologia per entrare nell’atelier degli artisti, se non fosse altro per dar loro motivi di ispirazione e di rivisitazione onirica. Ci è stato così facile congetturare come le immagini di colonie batteriche, che qui esponiamo, opera di un microbiologo avventuroso, Eshel Ben-Jacob, che ha esplorato, e reso visibile il comportamento di questi esseri che sfuggono alla vista, messi in difficoltà di sopravvivenza, ci appaiano non soltanto come reperti scientifici, e tali restano, ma come delle forme di una straordinaria suggestione visiva. Da qualche anno, in questo atelier, abbiamo posto a confronto Arte e Natura e come corollario inevitabile Arte e Scienza, e ci è sembrato così necessario non perdere l’occasione di offrire ai nostri visitatori questa straordinaria escursione nell’invisibile, mostrando come la bellezza del mondo faccia capolino anche laddove si cerca di aprire lo scrigno dei fenomeni e come l’arte e la scienza si differenzino solo nelle intenzioni e spesso si ritrovino nell’atto creativo e perfino in talune produzioni. Di fronte a queste immagini batteriche Frantisek Kupka o Jackson Pollock vengono chiamati alla sbarra, e la nostra percezione estetica scopre un suo nuovo orizzonte.

Giorgio Celli



da "Il Resto del Carlino" - 23 Maggio 2007 "Funghi e Batteri in Bella Mostra"


da "Swiss Money" - Maggio 2007 "Arte, Natura e Scienza a Ca' la Ghironda"


Comunicato stampa HerArte - 23 Maggio 2007 "Scuole in Arte Musica e Rifiuti"

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