Spazio Atelier
Giovanna Sciannamè - Luce

Giovanna Sciannamè - Luce

personale pittorica
Inaugurazione Domenica 13 Aprile 2003 • ore 16.00
dal 13 al 27 aprile 2003

Presentazione: Prof. G. Serafini e Prof. C. Monaco

Ore 17,30 musica dal vivo con G. Sciannamè, F. Malaguti, V. Misale (basso, sax, chitarra)

Giovanna Fabbri Sciannamè, pittrice, fotografa, docente per insegnanti di educazione all'immagine, partecipante a convegni sulla creatività, fa un percorso di ricerca che procede in quaranta anni di attività. Opera a Bologna e ha fatto mostre in Italia e all'estero dal 1973. Partendo dall'osservazione della realtà naturale e da una espressione grafica figurativa che ha sempre privilegiato la figura e il paesaggio, ha man mano trasformato la figurazione in modo da cogliere più l'"essenza" che non la "forma" dei soggetti rappresentati, tentando di afferrare il movimento (acque, nuvole, voli...), le traparenze, la luce...I materiali usati sono il plexiglas e le plastiche attraversati nella loro inconsistenza visiva dalla luce naturale o artificiale. "...Il tema ricorrente è quello della natura non descritta, delle morfologie del linguaggio non pittorico, di quel linguaggio che il profano si semplifica attraverso associazioni di idee e di immagini che avvengono nel nostro cervello e che si proiettano poi nell'analisi del non descritto col contributo della luce, dei colori, delle configurazioni, dei vari materiali impiegati... L'opera della Sciannamè filtra il linguaggio del naturalismo più spiccato colto in momenti irripetibili e però sempre variabili come flashes fotografici di un mondo aprioristico, fuori dal reale, nella luce dei sensi." (F. Martani) "...Se certamente siamo lontani dalle storiche istanze dell'astratto-concreto di venturiana memoria, sarà ugualmente improbabile ipotizzare qui una volontà di trasposizione mimetica, una vera e propria "traslitterazione" dal fattore referente al prodotto creativo. L'artista ricrea dall'interno i processi biologici o inorganici che lo sguardo crede di indovinare "in filigrana" all'immagine. Si colloca cioè in una posizione non frontale, ma parallela"al fenomeno naturale.
Non intende rappresentarlo per quello che è, ma piuttosto per quanto di misterioso, stupefacente e soprattutto sempre diverso è in grado di suscitare a livello visivo. In definitiva, è l'illimitata potenzialità che l'immagine ha di rigenerarsi "secondo natura" a muovere la ricerca della Sciannamè, e a farne un percorso rabdomantico tra le meraviglie del puro 'voir', a costo di toccare l'edonismo formale, la sensorialità squisita..."

G. Serafini

Con il Patrocinio di: Provincia di Bologna - Assessorato alla Cultura, Comune di Zola Predosa - Assessorato alla Cultura, Fondazione di Ca' la Ghironda.

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