Museo
Volturno Morani - Le 'sette opere del Padre Nostro'

Volturno Morani - Le 'sette opere del Padre Nostro'

dal 18 al 30 aprile 2004

Inaugurazione mostra Sabato 17 Aprile 2004 - ore 17.30

La raffinata culla d'arte, del giardino museale di "Cà La Ghironda", a Ponte Ronca di Zola Predosa ospiterà, dal 18 al 30 Aprile 2004, l'"opera" sacra più nuova e creativa di Volturno Morani caposcuola del Neocostruttivismo.
L'intera opera - preparata per lo scorso Anno Giubilare - è composta da sette tele tutte delle dimensioni 70 x 100, ispirata al Padre Nostro, preghiera chiave del pensiero messianico dal valore universale.
I sette dipinti in esposizione, costituiscono un "unicum" nella storia dell'arte sacra; ogni tela, pur se autonoma per intimo significante, si esalta ed acquisisce ethos, se vissuta emotivamente nel contesto delle altre. Per questo, critici ed esperti parlano di "opera" riferendosi all'insieme dei sette quadri che, comunque, in ogni caso, non potranno essere divisi.
Queste opere segnano un punto felice, di quel segmento dell'evoluzione pittorica di Volturno Morani. Quando l'autore, lo scorso anno, ha celebrato il cinquantennio del suo Neocostruttivismo, lo ha fatto all'insegna del recupero di questa particolare iconografia iperrealistica, quasi sempre di natura sacra.
La sua lunga ricerca, della rappresentazione artistica delle categorie spazio-temporali, ha vissuto il tempo del monocromatismo geometrico; successivamente, con l'anticipazione sui temi dell'astrofisica, si è vivificato con l'intuizione dell'esistenza della materia oscura, o altra dimensione.
Così, le sue pitture vivono il bicromatismo azzurro-rosso, ove il rosso, nelle sue scansioni sfumate, diventa l'altro da noi, l'ignoto, il sublime, l'altra dimensione. Da questo "cercare e ricercare", con lo sguardo rivolto al cielo e all'infinito nasce - ma già presente come pensiero base di tutta la sua produzione - negli anni di questa splendida maturità, la necessità di comunicare con un linguaggio meno concettuale, ma più immediato. Così recupera, per queste opere sacre, l'iconografia della tradizione che, sublimata nelle astrattezze delle categorie del suo tempo-spazio-infinito, raggiunge una dimensione artistica di grande spessore.
Dalle poetiche geometrie, tese al recupero del disegno rigoroso e del colore puro, alle ascetiche visioni di un mondo altro e migliore, corrono gli anni frenetici di una mente creativa e di una pittura nuova ed originale, crocevia per il secondo novecento, di rinnovati percorsi.

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