Spazio Atelier
... 11 giugno 2011

... 11 giugno 2011

Giorgio Celli
(lettera aperta di Vittorio Spampinato)

…11 giugno 2011
Non abbiamo parole, rimaniamo così: muti, storditi, nonostante sapessimo da tempo delle sue precarie condizioni di salute e, nell’ultimo periodo, delle speranze oramai pressoché ridotte, quasi nulle. Ma è pur sempre, e mai come ora, doloroso, drammatico, ingiusto.
E ci ha lasciati, il Prof. Celli, con coraggio, piuttosto che vivere con la pena di “non aver avuto il coraggio” di affrontare l’ennesimo ostacolo che la vita gli ha riproposto, a lui, già in dialisi da anni: una dannata ostruzione in prossimità del cuore, figlia di un evento improbabile.
L’ha voluta affrontare, quella dannata, conscio dell’assoluta incertezza dell’evento, così com’era abituato a fare: da guerriero, da solo, come sempre. Un guerriero, o forse o ancora meglio un “militante non violento” per la vita, per l’arte, per la natura, per il bello, a metà via fra un Samurai e un Cyrano, come condividevo, uniti dallo stesso doloroso sconforto, assieme all’amico e giovane filosofo Claudio Beghelli. Ma proprio in questa estrema circostanza, ed è comunque questa la risultante più importante, siamo convinti che abbia vinto lui, benché gli effetti così tragici e dolorosi dell’epilogo non ce lo lascino supporre; perché lui, il Prof. Giorgio Celli già tante volte trionfatore contro le ingiustizie, le sopraffazioni, le arroganze, è oramai oltre nondimeno la morte.
E’ sufficiente scorrere i vari blog, social network, articoli stampa, per avere conferma che tutti partecipano, tutti, al grande dolore per la sua scomparsa. Tutti, indistintamente, unanimi: il pubblico, la gente, a migliaia e ancor di più, per chissà quanto ancora. Non un messaggio di scherno, persone comuni che si associano al dolore della famiglia e dei suoi più cari amici e collaboratori pur senza averlo mai conosciuto personalmente, ma solo per averlo visto in Tv nella sua affabile veste di grande divulgatore di natura e scienza, o per aver letto i suoi libri o un rigo chissà quando e dove; un rigo fra le sue migliaia di pagine di superbo scrittore, letterato, poeta. E allora così ha già superato i limiti temporali che la morte impone, è entrato nel vivo ricordo della gente, ha avuto il riconoscimento di essere nel Giusto.
Giorgio Celli, “””un grande uomo di scienza e di cultura”””. Potremmo così scrivere, sinteticamente, il suo epitaffio. Basta leggere sul web, oppure qualsiasi suo curriculum che oggi gira in qualsiasi quotidiano per legittimarne il perché.
Ma dovremmo certamente aggiungere - anche e per l’appunto – “”“uomo di coraggio”””, coraggio sul quale non abbiamo e non spenderemo mai abbastanza parole.
L’abbiamo conosciuto tutti per le sue straordinarie capacità di uomo vocato alla vita e fautore illuminato di un progresso più consapevole, di quell’attenzione che già Platone, e poi Spinoza, Schopenhauer e Jung riservavano già da tempo alla natura e alla sua importanza per l’equilibrio e la sopravvivenza dell’Umanità, in armonia fra essi, fra e con tutto il circostante. E proprio in conseguenza del Suo infaticabile attivismo il Prof. Giorgio Celli ci lascia in eredità una convinzione ormai nostra: che il futuro dell’uomo dovrà passare attraverso il rispetto per l’ambiente e l’educazione ai consumi, il rispetto per la natura, dei suoi elementi, dei suoi cicli, nella prospettiva di un’irrinunciabile sostenibilità del progresso per far sì che questi elementi possano costituire il tesoro, un “valore” fruibile per le future generazioni.
Cosa di più ovvio per questi ovvi pensieri, diremo tutti noi, eppure - ed è paradossale - il Prof. Giorgio Celli ha dovuto applicare nella vita tutta la sua grinta, avere cioè quel “coraggio” (che vale l’epitaffio) per affrontare, con valore e tenacia, gli impopolari temi in cui, eclettico e poliedrico come pochi, si è misurato e pienamente affermato fino ai più alti meriti e riconoscimenti. Ciò per il più nobile fine dell’imprescindibile e prioritario rispetto della vita in tutte le sue forme, ed essere lì, lui, a salvaguardia, per poterne di entrambe decifrare, da valente attivista, le più recondite meraviglie, decantarne le emozioni con una sensibilità unica di magico comunicatore scientifico e umanista, oltre che nella sua innata e ostinata condizione di voler essere “uomo libero e vivo”.
Uomo libero e vivo, di libero pensiero e sentimento, a pena di tutte le privazioni, le costrizioni e le “carestie” che ciò gli ha poi comportato, al contrario di quel che invece tanti altri hanno goduto e tuttora godono nel raggiungere posizioni di vertice senza avere mai dimostrato nulla di virtuoso. Così, perlomeno, è universalmente certo che il Prof. Giorgio Celli non ha mai dovuto fare i conti con la propria coscienza.
Il Ca’ la Ghironda-ModernArtMuseum, che solo nell’ultimo periodo ha realizzato col Prof. Giorgio Celli ben oltre 50 eventi artistici e culturali nel campo dell’Arte e della Natura, ne ha sempre condiviso l’entusiasmo, le motivazioni, la proposta. E, per tanti motivi, continuerà ad esserci, in questo percorso distintamente intrapreso ma fortemente solidale: per l’amicizia intima e fraterna che da sempre lo ha legato al fondatore di Ca’ la Ghironda Prof. Francesco Martani, caposaldo di un’intesa e di un cammino di vita artistica, scientifica e culturale determinata e imperitura; per quel coraggio che esige riconoscimento e che costituisce l’essenza dell’educazione e del rispetto della vita, di cui Ca’ la Ghironda ne è la tangibile testimonianza; per quel grande merito di aver reso i grandi temi della nostra esistenza, e forse della nostra futura sopravvivenza, affascinanti, coinvolgenti e semplici. Semplici, sì, ma con la esse maiuscola.
Sono tutti fatti che rivoluzionano senza armi né guerre, che emozionano, che migliorano le persone. Sono tutti atti, questi, che testimoniano decisione e volontà, responsabilità, capacità, e che solo gli spiriti liberi come Giorgio Celli, Professore Emerito nell’Università degli Studi di Bologna, sono riusciti a compiere così bene in vita e farne intenso ed indomito motivo della propria esistenza.”””””””

CA’ LA GHIRONDA-ModernArtMuseum
Vittorio Spampinato
 

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