Spazio Atelier

DI MARIO FILIPPO

Spazio-Atelier 2009

Nato a Messina, negli anni settanta si trasferisce ad Anzola dell’Emilia in provincia di Bologna. La sua passione per la fotografia inizia nel 1981. Stimolato e coinvolto interiormente da un profondo bisogno creativo, partecipa a centinaia di concorsi fotografici nazionali ed internazionali, ottenendo numerosi e prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 1984 la Federazione Italiana di Arti Fotografiche (FIAF) gli conferisce un importante riconoscimento internazionale: il titolo AFIAP, Artista della Federazione Internazionale dell’Arte Fotografica. In quegli anni conosce Franco Villani. Il celebre fotografo sportivo rimane colpito dalla passione che ha per la fotografia, ne intuisce il potenziale creativo e diviene il suo maestro, introducendolo nel mondo del Motociclismo e della Formula Uno. Sotto la sua guida avviene la maturazione fotografica, si definiscono i suoi orientamenti e si forma lo stile. Realizza diversi lavori sul paesaggio e la fotografia sportiva ed espone in molte località d’Italia. Alla fine degli anni ’90 orienta le sue scelte esclusivamente sul mondo della Formula Uno, come fotografo free-lance. Nel 2001 nasce un’importante collaborazione con la FOM (Formula One Management) da cui ha inizio il progetto "Passione Rossa".

Quando con l’inizio del nuovo millennio, per amore della fotografia e della Ferrari guidata da Michael Schumacher, si trova a seguire stabilmente la Formula uno, nasce l’idea di provare a realizzare un lavoro particolare, al di fuori della cronaca giornalistica, improntato esclusivamente al racconto emozionale suscitato dal pilota e dall’evento sportivo. Inizia così la ricerca esasperata di immagini particolari, intense e creative, dai forti toni cromatici. Guidato dalla passione pensa di unire fotografia e pittura per esaltare ancora di più il senso del movimento, la vivacità dei colori e l’espressività delle sue opere. Attraverso l’unione di due diversi mezzi espressivi, "Passione Rossa", negli anni, narra la storia avvincente e straordinaria delle vittorie di Michael Schumacher, con un linguaggio nuovo e assolutamente artistico. La particolarità e l’unicità delle opere, realizzate per celebrare il Pilota e la Ferrari, hanno portato anche alla nascita di "Passione Rossa Gallery", un luogo dove poter ammirare e sentire le proprie emozioni, seguendo il percorso delle opere celebrative, ma anche un punto di ritrovo per gli appassionati della rossa e per chi ama la fotografia.



Recensioni e testi critici


Un’automobile da corsa…

Roland Barthes ha scritto che nel nostro tempo, così cinico e disincantato, esistono ancora degli eroi, e che questi personaggi d’eccezione si trasformano, attraverso le alchimie del pensiero collettivo e dei mass-media, in miti. Non c’è dubbio che Michael Schumacher, l’uomo che ha saputo divenire un tutt’uno con la macchina, conseguendo, sulla sua Ferrari, un prodigio della tecnologia del Novecento, la sequenza di traguardi più spettacolari che mai si siano visti, può venir considerato uno di questi eroi del nostro tempo, per il suo autocontrollo e per il suo coraggio, un vero e proprio samurai del volante. Se gli eroi hanno sempre avuto qualcuno che celebra le loro gesta, Achille è stato cantato da Omero, ponendo la faccenda in iperbole, Schumacher ha avuto in Filippo Di Mario il suo cantore, che non è stato, quindi, un poeta, ma un geniale fotografo. Un fotografo che l’ha seguito nel tempo fermando in immagini fulminee la sua epopea.
Nelle fotografie, che qui esponiamo, compare la Ferrari, con il suo rosso incandescente, vero totem tecnologico, e scopriamo lui, il samurai, ora chino a osservare la macchina, ora al volante con il casco simile all’elmo degli antichi guerrieri, ora mentre la Ferrari consegue la vittoria, tutto un caleidoscopio di miraggi, sia conformi e sia aiutati da qualche pennellata che sottolinea ed enfatizza la sensazione della “velocità nell’immobilità”. Perché l’occhio fotografico di Filippo Di Mario riesce mirabilmente, come novello Faust, a fissare l’attimo fuggente, il momento effimero di un flusso destinato a continuare.
Quest’anno decorre il centenario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo, e, dal canto nostro, ricordando come la macchina, la velocità, la simultaneità siano stati i punti di forza del movimento, ci è sembrato divertente esporre queste fotografie che sarebbero di sicuro piaciute a Filippo Tommaso Martinetti e soci. Difatti, non è un verso dello stesso Marinetti “ Una macchina da corsa è più bella della Nike di Samotracia”! Non è forse vero che Duchamp ha fatto di una ruota di bicicletta su uno sgabello un’aerea scultura? Ci siamo sentiti così autorizzati a fare di queste fotografie, in nome del Futurismo, una mostra di pittura.

Giorgio Celli

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